(Ultimo aggiornamento: 8 Marzo 2023)
Il sistema di posizionamento satellitare Galileo è un sistema tutto europeo e diretto concorrente dell’attuale sistema GPS.
Iniziato circa venti anni fa, con oltre 10 miliardi di euro spesi, questo progetto ha visto la collaborazione di molti stati dell’UE, con l’Italia in prima linea a dare il proprio contributo.
Dopo il lancio del primo satellite del sistema Galileo, denominato Giove-B, nel mese di aprile 2008, oggi il numero è salito a 26, con un ulteriore incremento nei prossimi mesi.
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Entro la fine dell’estate raggiungerà un miliardo di utenti che, tramite i loro smartphone, si collegheranno alla costellazione di satelliti già in orbita.
Vediamo adesso un po’ di numeri di questo nuovo sistema Galileo e dove ancora potrà arrivare.
I dispositivi già pronti
Magari molti di voi non lo sapranno, ma se avete acquistato un nuovo smartphone negli ultimi tre anni, state già in qualche modo utilizzando Galileo.
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I maggiori produttori infatti, già dal 2016 hanno iniziato a produrre i propri dispositivi compatibili con il nuovo sistema di posizionamento.
Apple, Samsung e Huawei su tutti, già da qualche anno hanno iniziato a dotare i loro prodotti della tecnologia necessaria per essere compatibili con Galileo.
Tutto questo perché, per poter usufruire di questo nuovo sistema di posizionamento satellitare Galileo, tutti i dispositivi tecnologici devono essere in grado di ricevere questo nuovo segnale.
Questo permetterà una maggior precisione nella localizzazione con un minore consumo di energia anche in luoghi dove prima non era possibile ricevere alcun segnale.
Infatti, la semplificazione delle operazioni di calcolo avrà un impatto notevole non solo sui tempi di elaborazione, ma anche sui consumi energetici e, di conseguenza, sull’autonomia dei dispositivi.
Broadcom, società leader nel settore dei microcomponenti, dichiara un risparmio energetico superiore al 50% rispetto alla precedente generazione di chip.
Ad oggi si contano oltre 1.600.000.000 di smartphone già compatibili con il sistema Galileo, e il numero è costantemente in crescita.
In questo articolo è già disponibile una lista dei principali modelli di smartphone già predisposti per il nuovo sistema Galileo.
Per tutti gli altri dispositivi tra cui tablet, dispositivi indossabili/sportivi e tutti i chip già compatibili è possibile consultare la lista completa, in costante aggiornamento, direttamente a questo indirizzo.
I numeri del futuro
Questa crescita costante dei dispositivi che già supportano il sistema Galileo nell’estate 2019 ha superato il miliardo di utenti e continuaa crescere costantemente.
Carlo des Dorides, direttore dall’agenzia GSA (Global navigation Satellite systems Agency), nella sua ultima dichiarazione all’ANSA afferma:
I settori applicativi nel quali Galileo opererà sono molteplici.
Dal trasporto aereo al trasporto ferroviario, da quello su strada a quello marittimo fino a quello pedonale.
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Ma, ovviamente, lo smartphone è il dispositivo più utilizzato al mondo ed è proprio in questo settore che il numero di utilizzatori non avrà paragoni con tutto il resto.
I vantaggi per l’Europa e per l’Italia
Il programma Galileo iniziò ufficialmente il 26 maggio 2003 grazie a un accordo firmato tra l’Unione Europea (UE) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Lo scopo era quello di staccarsi in maniera del tutto definitiva dal più famoso e già affermato GPS, il sistema di posizionamento satellitare Americano.
Questo sistema, sviluppato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America, nacque per scopi militari e soltanto successivamente si è esteso anche per utilizzi in campo civile.
Ma, proprio questa origine militare del sistema GPS, ha influito moltissimo sulla sua applicazione nell’uso quotidiano dei comuni cittadini.
Il sistema GPS è stato concepito infatti in modo tale che le applicazioni civili godessero di minori potenzialità in fatto di precisione e affidabilità.
Inoltre, il DoD si è sempre riservato il diritto di ridurre la copertura del segnale, o addirittura la sua sospensione, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo.
Spinti proprio da tutto ciò, i maggiori paesi europei iniziarono la fase di studio per la creazione del nuovo sistema di posizionamento Galileo.
A differenza del GPS, il sistema di posizionamento Galileo sarà rivolto principalmente al settore civile e commerciale mondiale.
La partecipazione al progetto, oltre a molti stati europei, ha coinvolto anche molti paesi extracomunitari che hanno mostrato grande interesse sin dall’inizio.
Il ruolo dell’Italia
L’Italia è stata sin dall’inizio pronta a innovare e investire in questo settore sia a livello di investimenti sia a livello operativo sul campo.
Il nostro Paese ha infatti un ruolo fondamentale fin dall’inizio del programma Galileo.
Prima di tutto attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (A.S.I.), procedendo con il gruppo Finmeccanica, attraverso Telespazio, Thales Alenia Space e Leonardo S.p.A.
Telespazio ha realizzato presso il Centro Spaziale del Fucino uno dei due centri di controllo (Gcc) che gestiscono la costellazione e la missione Galileo.
Spaceopal si occupa invece di ciò che riguarda le operazioni e la logistica dell’intero sistema garantendo la gestione e il coordinamento dei servizi.
Thales Alenia Space è responsabile delle attività di supporto industriale relative a progettazione, prestazione, integrazione e validazione del sistema.
Leonardo, infine, sviluppa e produce il sensore per il controllo dei satelliti e l’orologio atomico all’idrogeno, che garantisce una precisione nel rilevamento della posizione mai ottenuta prima.
Sempre secondo de Dorides questo progetto vale il 10% del Pil europeo, a discapito di tutti gli euroscettici che inizialmente avavano cercato di mettere i bastoni fra le ruote.
Di seguito, l’intervista completa a Carlo des Dorides rilasciata all’ANSA pochi giorni fa.
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