Dopo l’introduzione dell’articolo precedente, iniziamo la prima lezione vera e propria per installare e configurare l’ambiente necessario per sviluppare app Android.
Ormai il numero di dispositivi mobili hanno superato e di molto il numero dei computer e, di conseguenza, anche le applicazioni esistenti stanno crescendo a dismisura.
Ce ne stanno di qualsiasi tipologia e esigenza e anche il numero di sviluppatori di app per smartphone stanno avendo il loro successo.
Quindi perché non imparare un nuovo metodo di sviluppo per crearsi la propria app o meglio ancora per guadagnarci qualcosa?
Introduzione
Per poter sviluppare app android che successivamente possano essere utilizzabili su un dispositivo mobile è necessario utilizzare un apposito ambiente di lavoro.
Inizialmente, la prima generazione di sviluppatori Android utilizzava il famoso IDE Eclipse con l’aggiunta di Android SDK, un pacchetto di strumenti che permetteva le realizzazione di app per il sistema Android.
Da qualche anno però le cose sono cambiate, grazie alla nascita di un ambiente di lavoro “All-IN” che offre una grande semplicità in fase di installazione e soprattutto compilazione del software.
Il miglior software che permette di realizzare applicazioni in maniera semplice e funzionale si chiama Android Studio.
Innanzitutto, è figlio di IntelliJ, un IDE molto intuitivo ed efficiente prodotto dalla società JetBrains.
Inoltre permette di realizzare progetti per smartphone e tablet, per dispositivi indossabili, Android Auto e Android TV.
Vediamo adesso quali sono i primi passi da compiere prima di iniziare a sviluppare una vera e propria applicazione per Android.
Installazione Android Studio
Per prima cosa bisogna scaricare gratuitamente dalla rete il software “Android Studio” direttamente dal sito ufficiale.
Il software è disponibile sia per Windows (nelle versioni da 32 bit e da 64 bit) sia per Mac e Linux e la scelta è possibile effettuarla cliccando la voce “DOWNLOAD OPTIONS”.
Una volta scaricato il file nella versione e nel formato desiderato (.exe, .zip, .dmg) non bisogna fare altro che installarlo in una qualsiasi posizione all’interno del computer.
Evito i vari passaggi del processo di installazione perchè è necessario andare sempre avanti e selezionare soltanto la posizione nella quale copiare i files ed eventualmente importare vecchi progetti se esistenti.
Configurazione Android Studio
Una volta completata la fase di installazione non bisogna fare altro che avviare Android Studio cliccando sulla relativa icona creata automaticamente e solitamente posizionata sul Desktop del pc.
La prima schermata che si presenterà davanti sarà questa:
Basterà selezionare “Start a new Android Studio project” per creare un nuovo progetto ed iniziare a sviluppare.
Una volta creato un nuovo progetto bisognerà selezionare un “Modulo” dal quale partire.
Un Modulo non è altro che una tipologia di progetto che vogliamo andare a sviluppare.
Ipotizzando di voler creare una prima semplice applicazione per uno smartphone o un tablet, va selezionata la prima opzione “Phone & Tablet Module”.
Una volta selezionato il Modulo desiderato, va inserito un nome per la nostra applicazione, io l’ho chiamata “Mia prima app” e, opzione molto importante, va selezionata la versione minima dell’SDK.
L’opzione “Minimum SDK” è molto importante ai fini del successivo funzionamento dell’app all’interno di un dispositivo reale.
Quest’opzione non fa altro che specificare a partire da quale versione di Android presente all’interno di uno smartphone o di un tablet sia possibile far funzionare l’applicazione.
Consiglio di lasciare le impostazioni di default, “API 14: Android 4.0(IceCreamSandwich)”.
Questo vuol dire che l’applicazione che si andrà a creare funzionerà senza problemi su tutti quei dispositivi dotati della versione 4.0 di Android e successive.
Conclusione configurazione
Le ultime due schermate del processo di installazione saranno la scelta dell’Attività (Activity) e della sua configurazione:
Le Activity permettono di partire da una base già preimpostata per creare determinate tipologie di applicazioni (applicazioni di login, di navigazione, di visalizzazioni liste ecc.).
Nel nostro caso partiamo da un’attività vuota (Empty Activity) e ci occuperemo noi di creare successivamente i vari files necessari.
L’ultimo passaggio è quello di dare un nome all’Activity e selezionare il linguaggio di programmazione desiderato.
Il mio consiglio è quello di lasciare i valori di default per essere in grado durante le altre lezioni di intuire più facilmente i vari files da modificare che saranno uguali alle varie schermate di esempio che inserirà progressivamente.
Una volta cliccato su “Finish” bisognerà attendere che Android Studio crei automaticamente i vari files di configurazione e si presenti una schermata di questo tipo:
Come si può notare, in automatico sono stati creati sia i files di configurazione sia le classi .java già pronte e sulle quali poter scrivere il nostro codice.
Nel prossimo articolo cercheremo di capire l’utilizzo di questi files eseguendo il classico “HelloWorld” su un device virtuale per poter iniziare a sviluppare app android a nostro piacimento.
Tendo a precisare che per poter eseguire un’app su un device virtuale è necessario disporre di almeno 4 GB di RAM per il grande consumo di risorse che vengono utilizzate.
Ragion per cui, consiglio di eseguire l’app direttamente su un dispositivo reale connettendo tramite cavo USB un qualsiasi dispositivo dotato di sistema operativo Android.
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